Molte sono le differenze tra le fotocamere reflex o comunque dotate di specchio, sia esso anche fisso e traslucido come nelle ultime Sony, e le macchine fotografiche che ne sono prive, come le compatte: risiede nelle modalità di messa a fuoco. Le prime integrano sistemi a rilevazione di fase che utilizzano la luce che dall’obiettivo rimbalza sullo specchio e viene inviata all’apposito sensore oltre che al mirino ottico, le seconde si affidano invece sulla rilevazione del contrasto che avviene direttamente sulle immagini riprese dal sensore. Quest’ultima tecnologia è utilizzata anche dalle reflex durante la visualizzazione Live View.
Questa sembra la strada imboccata anche da Sony, almeno stando ai dettagli del brevetto ripreso da SonyAlphaRumors. Anche in questo brevetto i sensori per la rilevazione di fase sono ospitati sul sensore, con il vantaggio di affiancare l’autofocus a rilevazione di fase alle funzionalità Live View.
Fujifilm è stata la prima a proporre un sistema ibrido, in cui il sensore è popolato non solo di fotodiodi dedicati alla raccolta della luce, ma anche da pixel per la messa a fuoco tramite la rilevazione di fase.
L’unico svantaggio appunto è che i sensori per la rilevazione di fase occupano un certo spazio sul sensore, togliendolo ai sensori dedicati alla trasformazione della luce in segnale elettrico: è necessario quindi comunque scendere a un compromesso. Per Sony il settore mirrorless sta assumendo un’importanza strategica, non è escluso che quindi in un futuro non troppo lontano possa decidere di affidarsi a una simile tecnologia per migliorare le prestazioni in messa a fuoco delle sue NEX.
Il sistema a rilevazione di contrasto non è ancora riuscito ad eguagliare precisione e velocità dei moduli a rilevazione di fase. I produttori sono però al lavoro per provare da una parte a chiudere questo gap prestazionale, dall’altra per portare le tecnologie di rilevazione di fase anche su compatte e mirrorless.
Fonte: fotografidigitali.it